CONFLITTI VIRTUALI

Anzichè agire all'interno di un mondo virtuale facendo riferimento a questioni "reali" (velvet stike, nam), sempre più utenti si stanno mobilitando su questioni riguardanti i diritti virtuali ed il controllo dei dispositivi che stanno alla base di comunità come Second Life.
Il presupposto è la crescente consapevolezza che la ricchezza ed il valore economico dei mondi virtuali sia costruito ogni giorno dai cittadini/clienti dei MMORPG. Una valore che viene costantemente assorbito ed erogato come servizio dalle società che possiedono le infrastrutture tecniche.
Il conflitto è combattuto su più fronti, all'interno di Second Life si è formato un esercito di liberazione che richiede l'emissione di azioni pubbliche della Linden Labs, la società proprietaria del MMOG.
La Virtual Citizenship Association, nasce dalle stesse persone che qualche mese fa tentò di liberare Ryzom. Nel manifesto, fortemente ispirato dalla filosofia open source, chiede il riconoscimento diritti del giocatore/cittadino virtuale come privacy, la trasparenza coi detentori della piattaforma e l'abolizione della proprietà privata virtuale.
Su un versante decisamente più geek, troviamo programmatori che stanno elaborando soluzioni tecniche per decentralizzare gli online games. Approfittando del recente rilascio di parti dei sorgenti di Second Life, gruppi come Open second life o libsecondlife stanno adattando i software client e server ad una logica di network distribuito. L'ambizione è quella di creare un "metaverso" privo di padroni in cui ogni utente possa aggiungere autonomamente il proprio pezzo come succede per il world wide web.

Chi non mastica codice, mentre aspetta di essere salvato dalla solita comunità hacker, può sempre dedicarsi al più grande, antico e divertente gioco multiplayer.
02/03/07 | | #