GTA SEX-GATE

Si tratta di un "easter egg", cioè una parte di codice accessibile solo scaricando da internet un software in grado di modificare il gioco originale. Gli easter egg sono in genere inseriti dai programmatori per divertimento o per ottenere della facile pubblicità aggirando i limiti della censura. Sembra proprio questo l'intento di Hot Coffee: predisporre un piccolo scandalo per favorire il passaparola in internet.
La Rockstar non aveva forse previsto che era proprio quello da tempo aspettavano i detrattori del gioco, un ampio schieramento di opinionisti, associazioni di familiari e politici di entrambi di entrambi i partiti.
Nonostante il livello incriminato sia impossibile da raggiungere nella versione “di serie”, il polverone si è alzato immediatamente. L'ente che negli Stati Uniti si occupa di classificare i videogiochi in base al contenuto ha imposto l’etichetta “adult only” al titolo della Rockstar. Nell’America bigotta questo significa essere tagliati fuori dalla grande distribuzione. Il colosso del commercio al dettaglio Wall Mart, nel rispetto del consolidata politica “familiare”, non accetta sui suoi scaffali prodotti per soli adulti.
Come se non bastasse, in questo delirante clima di caccia alle streghe, numerosi politici come Hillary Clinton si fanno belli rispolverando le ennesime proposte per la limitazione della vendita dei videogames violenti.
Ma cos’è che fa tanto arrabbiare di GTA? Non è certo la violenza di per sé, è sicuramente più violento un simulatore bellico. Agli occhi dei politici americani e alla loro corte di giornalisti allineati, GTA appare aberrante perché non propone dei rigidi modelli morali, dei personaggi contrapposti schematicamente tra bene o male.
Lo vediamo ogni giorno quanto la banalizzazione dei conflitti in una contrapposizione manicha sia il principale strumento di creazione del consenso. E’ l'ideologia dello scontro delle culture, buoni contro cattivi.
L'industria dello spettacolo è sempre stata in prima fila nel proporre questo schema a partire dai western con cowboys e indiani. Non è un caso che quando il genere noir rese più sfumati questi confini, mostrando poliziotti corrotti ed eroi dalla dubbia moralità si attirò le ire del maccartismo.
GTA St. Andreas mette in scena una rappresentazione della città estremamente complessa: per la prima volta l'ambiente urbano è striato da divisioni di classe, di razza e da asimmetrie di potere.
Il giocatore, nei panni di un criminale ispanico capisce presto che gli conviene derubare i cittadini eleganti che si aggirano nei ricchi quartieri residenziali. Capisce che gli conviene rispettare i poliziotti che lo ricattano ed aiutarli nei loro torbidi affari.
Questo è decisamene troppo per le elites d’oltreoceano: mostrare una società in cui il conflitto è evidentemente dovuto a diseguaglianze economiche, mostrare che anche i poliziotti possono essere corrotti non è ammissibile nella grande fabbrica del consenso.
07/21/05 | | #