LE PEN CLANDESTINO IN SECOND LIFE

Forse immaginavano che con una spesa irrisoria avrebbero potuto dare un’immagine di partito moderno, reclutare qualche giovane xenofobo poligonale ed ottenere la copertura dei grandi media che negli ultimi mesi prestano più attenzione al mondo virtuale che a tutti gli stati dell’Africa messi assieme. Certo i frontisti non potevano immaginare che Second Life è un sobborgo di creativi liberali e progressisti, un’isola felice assolutamente immune dall’immigrazione clandestina e l’insicurezza sociale che alimenta il loro partito nel mondo reale. Era inevitabile che la ribollente società civile di SL si opponesse ad un simile affronto.
Dopo un’elaborata campagna di sensibilizzazione “pacifica”, un gruppo di attivisti ha stretto d’assedio il quartier generale del FN tempestandolo di bombe maiale, attacchi olografici e proiettili simbolici. Armi che non farebbero male nemmeno una mosca virtuale ma che sono in grado causare il rallentamento o addirittura il blocco dei server e dei client che compongono il l’ambiente multiplayer. Alla fine della battaglia gli avatar del Front National si sono dissolti e, quasi fosse un miracolo dei nostri tempi, il volto di Martin Luter King è apparso sovraimpresso sul sole come i terrificante bimbo dei Teletubbies.
Il Front National promette vendetta ma non gli sarà semplice trovare seguito in un mondo dove non esistono identità territoriali e il colore della pelle si sceglie di giorno in giorno come un vestito.

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