L'ASSURDA VITA DEI MINATORI VIRTUALI CINESI

Dell'argomento ne avevamo parlato approfonditamente nel nostro reportage su Second Life (capitolo "La proprietà"), ma si può sintetizzare in questo modo: nei MMORPG, giochi multiplayer online in cui partecipano migliaia di persone esistono delle vere proprie economie basate su valute virtuali. Con l'oro virtuale i giocatori possono comprarsi armi, case ed altri beni per aumentare il potere del proprio personaggio o ampliare l'esperienza di gioco. Tuttavia, guadagnare oro virtuale richiede tempo da impiegare in attività noiose, un vero e proprio lavoro sporco virtuale. Attività che i benestanti ed indaffarati giocatori occidentali non sono propensi a svolgere. E' possibile quindi comprare dell'oro virtuale con soldi reali attraverso le aste come eBay. Ma da dove vengono questi soldi virtuali? Non dalle società che creano i giochi online, perchè non hanno interesse ad introdurre scorciatoie che nuociono alla competitività, ma dagli virtual sweatshop cinesi.
Le gold farm altro non sono che società che assumono degli impiegati che giocano per oltre 12 ore al giorno al solo fine di guadagnare la valuta virtuale da rivendere ai giocatori prevalentemente americani.
Del fenomeno se ne parla da tempo ma è la prima volta che in rete circolano dei filmati che documentano questa attività.
Molto interessante anche il dibattito sul blog Terranova in cui
interviene lo stesso Ge Jin. Clicca qui per vedere un'anteprima del documentario, uno sfizioso assaggio di post-post-fordismo.
(via WMMNA > Terranova)
09/03/06 | | | #